Un ingegnere smemorato progetta un tunnel autostradale per attraversare una collina nel deserto israeliano. Ma l’opera non ha solo scopi logistici
Il tunnel ti accoglie subito nel suo universo narrativo con affetto. Non c’è un personaggio, una situazione, un episodio ai quali lo scrittore israeliano Abraham “Boolie” Yehoshua (L’amante, Viaggio alla fine del millennio, Il responsabile delle risorse umane) non si avvicini con benevolenza e rispetto, e questo suo amore per il mondo mi conquista ogni volta che comincio a leggere un suo romanzo, fin dalle prime pagine.
La storia
Del protagonista, Zvi Luria, sappiamo subito che è malato. Una risonanza magnetica certifica che ha un principio di Alzheimer e che nel giro di pochi anni, se non mesi, peggiorerà inevitabilmente. Le brevi amnesie, le dimenticanze, gli smarrimenti di cui soffre diventeranno sempre più gravi.
Sono stato al centro commerciale - confessa un giorno alla sorella - e ho comprato i pomodori. Poi sono andato al mercato per prendere gli anemoni per mia moglie ma mi sembravano avvizziti. I pomodori invece erano così belli, e ne ho comprati altri tre chili perché mi ero dimenticato di averli appena comprati
Potrebbe sembrare, da questo inizio, un romanzo triste e malinconico. Ma la scrittura di Yehoshua evita un simile esito perché anche in questo libro riesce nel miracolo di coinvolgere, affascinare e intenerire affrontando le realtà più dure della vita con leggerezza e ironia, ma senza nascondere stupidamente la sofferenza, come fanno molti autori meno capaci e più improvvisati.
Zvi Luria è un ingegnere in pensione e si ritrova, dopo un periodo di riposo, a collaborare come consulente con un giovane collega che deve progettare e realizzare un tunnel sotto una collina nel deserto, dove passerà una nuova autostrada. Forse sarebbe più economico livellare quella collina come in altre occasioni è stato fatto. Ma il giovane collega di Zvi nasconde nel cuore un interesse speciale che lo obbliga a fare di tutto per non distruggere la collina. Da qui l’idea del tunnel, che conquista anche l’anziano e smemorato ingegnere.
Il muro intorno al villaggio palestinese nel frattempo era cresciuto in altezza, tanto che gli abitanti dell'inesediamento, pure in continua espansione, si erano persino dimenticati del nome, e non era più stato necessario mantenere in archivio il progetto della strada alternativa. Il suo autore, però, non l'aveva dimenticato.
I temi
Il tema dominante, oltre a quello della famiglia (il rapporto tra Zvi e la moglie è destinato a diventare un magnifico e commovente simbolo dell’amore coniugale) è il rapporto irrisolto tra israeliani e palestinesi, il groviglio di ragioni, vendette e sentimenti che cresce insieme alla incomprensione tra i due popoli.
In alcune recenti interviste Yehoshua mi è sembrato disilluso rispetto a un ideale che fino a pochi anni fa aveva per tutta la vita vagheggiato: due stati, due popoli. Israeliani e palestinesi ormai convivono sullo stesso territorio e non hanno la possibilità di fondare stabilmente due stati, due identità separate. Meglio una soluzione più creativa: una sorta di confederazione, con un unico potere centrale. Sarà questo il futuro per quella regione del Medio Oriente?
E un libro per...
…chi ama una letteratura alta ma semplice. Ma soprattutto per chi desidera un mondo guidato dall’affetto e dalla benevolenza, affetto e benevolenza che Yehoshua non fa mancare ad alcuno dei suoi personaggi.
Se non proprio un romanzo da non perdere (ha alcuni limiti che lo allontanano dagli esiti migliori di Yehoshua) senz’altro ne raccomando la lettura. Fra i migliori romanzi usciti negli ultimi due anni.
IL TUNNEL di Abraham Yehoshua, Einaudi, 2018, pp. 333