Max Fox è il nickname che Massimo De Caro usa nelle conversazioni via Skype con Sergio Luzzatto.
Massimo De Caro è il ladro falsario che ha saccheggiato di libri antichi la biblioteca pubblica dei Girolamini di Napoli, un fatto venuto alla luce nel 2012 grazie alla denuncia dello storico dell’arte Tomaso Montanari.
Sergio Luzzatto è uno storico accademico dell’Università di Torino che ha voluto scrivere l’incredibile storia di questo imbroglione.
di Giuliano Gallini – pubblicato in www.giulianogallini.it
Tomaso Montanari mette in guardia lo storico Luzzatto: vuoi raccontare De Caro dal suo punto di vista? Intervistandolo? Stai in guardia: «lui è un mentitore, un manipolatore, un mestatore pitonesco. In un paese come il nostro che simpatizza sempre per il ladro, il furbo, il presunto genio del male l’operazione rischia di essere conformista… se questo serve a far capire che i cattivi sono i ricchi collezionisti, i mercanti, gli intellettuali silenti e che lui è solo un povero sciocco, uno spiantato, un mitomane allora va bene. Se alla fine lui fa simpatia o peggio giganteggia è un guaio serio».
Ma Luzzatto va avanti. Incontra Massimo De Caro e intrattiene con lui lunghe conversazioni telefoniche, accuratamente registrate. Per giustificare la sua operazione e la fascinazione che in fondo sente per De Caro, Luzzatto pensa al Carrère de L’avversario e a L’Impostore di Javier Cercas.
Mi interrogavo sulle connessioni tra l’interesse mio per De Caro e l’interesse di Carrère per Romand. Riflettevo sul corpo a corpo fra scrittore e personaggio […] per carità, tra l’affaire Romand e l’affaire De Caro nulla c’era di neppure lontanamente paragonabile, ma quanto mi sembrava avvicinasse De Caro a Romand era la natura del loro comune “avversario”: il demone della menzogna. ---Avevo letto sul Corriere della Sera in una recensione dedicata all’Impostore la definizione di Javier Cercas come del più grande scrittore civile vivente e ne avevo letto la conclusione: quanto ci manca un Cercas italiano – e mi ero cacciato in testa di diventarlo io. --- Mi spingeva verso la relazione pericolosa con De Caro il dubbio che anche lo storico, nella sua presunzione di verità, possa inciampare nella menzogna, o addirittura che possa coltivarla. Quanto meno: il dubbio che lo storico, nella sua esplorazione della realtà del passato, si muova lui stesso, al presente, lungo il crinale della mistificazione.
Con queste premesse Luzzatto ci racconta, con la precisione e a tratti la pedanteria di uno storico professionale, tutto della vicenda di De Caro, dai suoi primi passi alla nomina di direttore della biblioteca napoletana dei Girolamini, fino all’ultimo atto della sua carriera di falsario e ladro, quando rubò migliaia di libri antichi vendendoli a gallerie private e collezionisti. Un libro documentato (e impreziosito da una ventina di belle illustrazioni) che, nonostante la cronaca sia piena di criminali mitomani con la personalità di De Caro, riesce a lasciarci di stucco.
…ha scelto di vivere la vita come una permanente roulette russa, o come una ordalia senza fine.
La scrittura di Luzzatto è accurata e quando affronta il tema della morte del padre di De Caro (per crepacuore a causa delle colpe del figlio) e della sofferenza della madre sale di tensione ed è capace di portarci dentro indecifrabili aspetti dell’animo umano.
Luzzatto vuole fare di De Caro la personificazione dell’Italia predatrice, menzognera, mitomane, indifferente al bene pubblico e dedita solo al vantaggio personale, che riesce anche ad ammantare tutto ciò di valori, buone intenzioni e alta dirittura morale quando invece si tratta solo di miseria umana e delinquenza comune. Non riesce però ad avvicinarsi a Carrère e a Cercas. Forse l’oggetto della sua ricerca non è alla altezza di un assassino come Romand o di un eroe nazionale come Eric Marco. De Caro è solo un malandrino che lo storico torinese non riesce a elevare a simbolo, e averne scritto non farà di lui un grande scrittore civile. Per ora.
Si può leggere.
Un libro per…
….chi vuole entrare nella mente di un falsario.
Max Fox o Le relazioni pericolose, Sergio Luzzatto, Einaudi, 2019, 310 pp., €20