Una nuova rivista letteraria? Secondo una bella indagine di alcuni anni fa de illibraio.it ci sono più riviste letterarie (e blog, e siti, etc.) che lettrici. Per non parlare dei lettori. D’altra parte se tutte le scrittrici e gli scrittori o gli aspiranti scrittori italiani fossero dei forti lettori il mercato del libro raddoppierebbe e le librerie e le case editrici brinderebbero a un nuovo miracolo economico. Una volta sono stato alla presentazione di un libro e dei venti presenti quasi la metà erano scrittori.
Che dire? Forse niente di straordinario. L’inflazione (cosmica) di informazioni, opinioni, prese di posizione – e di chi cerca di aggregarle in qualche modo e di dar loro un senso e una direzione attraverso riviste, giornali, blog e siti – riguarda ogni scibile umano. Una conseguenza della rivoluzione digitale.
Quindi? Lasciar perdere? Non scrivere, non pubblicare, non recensire, non criticare? Ritirarsi da questa follia inquinante e irrefrenabile? Eppure questo mondo di scrittrici e scrittori, recensori, giornalisti, festival, premi, librerie, editori è un mondo tenero e bello dove non è difficile trovare delle vere meraviglie. È un mondo che può aiutare il Paese a liberarsi dell’ignoranza e della volgarità, che sono le ragioni del suo lungo declino. È un mondo da sostenere, anche con una nuova rivista letteraria. Il cui stile sarà quello di proporre pochi contenuti, limitati alla letteratura di qualità (almeno secondo il nostro personalissimo giudizio), con un occhio di riguardo alle librerie e alle case editrici indipendenti. E ai gruppi di lettura, fantastici presidi di cultura.
Se avremo venticinque lettori, andremo avanti.