di Aldo Nemesio
Leggere è un’attività complessa. In un testo a finalità comunicativa pratica (come un contratto o un manuale) chi scrive organizza le sue parole cercando di evitare ambiguità e indeterminatezze, perché in questo caso l’esistenza di letture diverse è un evento non desiderabile. Al contrario, un testo a finalità estetico-emotiva (come un romanzo, un racconto, una poesia) è organizzato in modo che chi legge possa costruire una propria esperienza di lettura, parzialmente diversa da tutte le altre. Questo può avvenire perché i contenuti espliciti vengono arricchiti di informazioni pertinenti provenienti dalla propria esperienza: scopo principale di questi tipi di testi non è la trasmissione di informazioni, ma piuttosto la produzione di risposte estetico-emotive.
Il ruolo della memoria personale nell’esperienza estetica
Un testo, per essere compreso, richiede informazioni provenienti dalla memoria di chi lo legge o lo ascolta, sia di tipo linguistico che a livello di conoscenze del mondo cui il testo si riferisce. Ora, se è possibile supporre – anche se con molte riserve – una certa uniformità nella competenza linguistica di chi legge, la conoscenza del mondo è invece sicuramente diversa in persone diverse.
In particolare, la lettura di un testo richiede l’attivazione di informazioni che provengono dalla memoria episodica, cioè quella parte di memoria a lungo termine che contiene il ricordo di eventi della propria vita privata, che sono diversi in ciascuno di noi e guidano le aspettative e le interpretazioni che diamo di un testo. Se l’intervento di questo tipo di competenza è indispensabile perché un testo abbia un senso, allora è inevitabile che lettori e lettrici diversi possano leggere in modo diverso lo stesso testo.
Non si tratta di un fenomeno di poca importanza. Anzi, il fatto che lo stesso testo possa essere letto in modo diverso da persone diverse costituisce uno dei fondamenti dell’esperienza estetica. L’esperienza estetica richiede emozioni intense: ciò è possibile soltanto se nel testo abbiamo proiettato qualcosa di noi. Un testo sopravvive nel tempo se permette letture nelle quali lettrici e lettori possono trovare qualcosa in cui riconoscersi, qualcosa che le o li riguarda.
Lucia, Fosca, Angiolina, Carla: uno studio sperimentale sulla percezione dei personaggi letterari
In uno studio sperimentale, condotto insieme a Maria Chiara Levorato e a Lucia Ronconi dell’Università di Padova, abbiamo presentato a circa quattrocento lettori e lettrici alcuni brani, contenenti la presentazione di un personaggio in un romanzo. Queste le prime righe con cui vengono presentate le quattro protagoniste oggetto dello studio:
LUCIA (I promessi sposi di Alessandro Manzoni)
Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre. Le amiche si rubavano la sposa, e le facevan forza perché si lasciasse vedere; e lei s’andava schermendo, con quella modestia un po’ guerriera delle contadine, facendosi scudo alla faccia col gomito, chinandola sul busto, e aggrottando i lunghi e neri sopraccigli, mentre però la bocca s’apriva al sorriso.
FOSCA (Fosca di Iginio Ugo Tarchetti)
Né tanto era brutta per difetti di natura, per disarmonia di fattezze, – ché anzi erano in parte regolari, – quanto per una magrezza eccessiva, direi quasi inconcepibile a chi non la vide; per la rovina che il dolore fisico e le malattie avevano prodotto nella sua persona ancora così giovine.
ANGIOLINA (Senilità di Italo Svevo)
Angiolina, una bionda dagli occhi azzurri grandi, alta e forte, ma snella e flessuosa, il volto illuminato dalla vita, un color giallo di ambra soffuso di rosa da una bella salute, camminava accanto a lui, la testa china da un lato come piegata dal peso del tanto oro che la fasciava, guardando il suolo ch’ella ad ogni passo toccava con l’elegante ombrellino come se avesse voluto farne scaturire un commento alle parole che udiva.
CARLA (Gli indifferenti di Alberto Moravia)
Entrò Carla; aveva indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel movimento di chiudere l’uscio per fargliela salire di un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura.
Dopo la lettura veniva presentato un questionario relativo alla percezione del personaggio. È emerso che uno stesso personaggio può risultare diverso nell’esperienza di chi legge. Per esempio, dopo aver letto le prime righe che presentano Lucia nei Promessi sposi di Alessandro Manzoni, le sono state attribuite età diverse, che variano tra i 16 e i 30 anni. A Fosca, dell’omonimo romanzo di Igino Ugo Tarchetti, età comprese tra i 18 e i 55 anni: c’è chi l’ha descritta come “una persona anziana” e chi come “una giovane e brillante ragazza”, con varie gradazioni (“giovane ragazza”, “donna giovane”, “non più giovane”, “di mezz’età”). Ad Angiolina, di Senilità di Italo Svevo, l’età attribuita variava tra i 17 e i 37 anni e a Carla, degli Indifferenti di Alberto Moravia, tra i 15 e i 40 anni. Differenze così elevate producono aspettative molto diverse, che hanno forti conseguenze nell’esito della lettura.
Il questionario conteneva anche domande sull’aspetto fisico e sulla condizione socio-economica, comportamentale ed emotiva del personaggio. Anche qui si è visto che sono stati costruiti personaggi letterari in parte diversi, sulla base delle esperienze e delle aspettative individuali. Per esempio, il 38% dei/lle rispondenti considera Lucia “nervosa”, il 44% “abbastanza calma”; il 22% ritiene che Carla, di cui viene descritto l’abbigliamento, sia “vestita male”, il 20% “elegante”, il 52% “vestita normalmente”.
Se i lettori leggono un testo con esiti diversi, e la lettura non è univoca, sulla base delle risposte si può costruire una mappa che rappresenta le relazioni tra le caratteristiche di chi legge e gli esiti di lettura più probabili. Questo grafico mostra ad esempio come viene percepita/immaginata Lucia nei Promessi sposi sulla base di come viene presentata la prima volta da Manzoni.

Nella mappa troviamo, in maiuscolo, le caratteristiche dei lettori (per esempio: HUMANITIES = lettori con una formazione umanistica; APPL. SCIENCES = lettori con una formazione di scienze applicate; FEMALE = donne; MALE = uomini; INTEREST HIGH, INTEREST MEDIUM, INTEREST LOW = alto, medio o basso interesse per il testo) poste in relazione con le caratteristiche attribuite ai personaggi letterari (in minuscolo; per esempio: “uneducated” = poco colto, “poor”= povero, eccetera).
Da questa mappa si nota, per esempio, che i lettori con formazione umanistica tendono, sulla base delle informazioni ricevute, a ritenere che Lucia sia poco colta e nervosa, mentre sono divisi sulla sua condizione economica; i lettori con formazione di scienze applicate tendono a attribuirle una cultura media e una personalità brillante, e così via.
Anche se tabelle e calcoli come questi possono spaventare qualche lettore, lo studio dell’esperienza estetica richiede informazioni complesse sulle molteplici possibilità di lettura di un testo, in modo da cercare di conoscere che cosa accade nell’incontro tra un testo e i suoi numerosi lettori.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
– Lo studio sperimentale sulla lettura dei personaggi letterari si trova in questo articolo: Nemesio, Aldo, Levorato, Maria Chiara e Ronconi, Lucia, 2011. “The Reader in the Text: The Construction of Literary Characters”, Empirical Studies of the Arts, XXIX, 1, pp. 89-109
– Altre informazioni su queste ricerche si trovano in questo libro: Nemesio, Aldo, Il lettore vagante. La percezione dei testi: letteratura, cinema e web, Torino, Nuova Trauben, 2015
L’AUTORE
Aldo Nemesio è docente di letteratura italiana contemporanea e linguistica testuale all’Università di Torino. È autore di saggi di italianistica, teoria della letteratura e semiotica del testo. Ha pubblicato i libri Le prime parole. L’uso dell’incipit nella narrativa dell’Italia unita; I linguaggi della conoscenza. Studi letterari e comunicazione scientifica; L’esperienza del testo; La costruzione del testo. Ricerche empiriche su testi italiani dell’Otto-Novecento; Il lettore vagante. La percezione dei testi: letteratura, cinema e web. Per QdiCopertina cura una serie di articoli sulla percezione dei testi.
Immagine in evidenza:
Dina Sassoli è Lucia Mondella ne I promessi sposi (Camerini 1941)
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