Leggi… per piacere

 

Perché continuiamo a leggere romanzi, e ad apprezzarli e a prenderli sul serio e perfino a premiarli, in un mondo che è sempre meno ingenuo? Sembra un dato di fatto che l’uomo – e forse la donna ancora di più – abbia bisogno di una certa dose di finzione, vale a dire abbia bisogno dell’immaginario oltre che dell’accaduto e del reale […] ha bisogno di conoscere il possibile oltre che il vero, le congetture e le ipotesi.

Javier Marías, Domani nella battaglia pensa a me

Il tema di questa rubrica è il piacere della lettura e l’apprezzamento di ciò che si legge.

Immaginiamo una conversazione tra due amiche (si sa, le donne leggono di più, e forse parlano di più delle loro letture. Forse…).

– Ho letto l’ultimo romanzo di X… 
– L’ho letto anch’io, ma mi è piaciuto meno del precedente. A te è piaciuto?
– Sì, mi è piaciuto abbastanza

La conversazione potrebbe fermarsi qui: le due amiche lettrici si sono già capite e passano ad altro argomento. Oppure la conversazione prosegue: le due amiche cercano di spiegare perché il libro è piaciuto, perché è piaciuto più o meno del precedente, perché è piaciuto ‘solo’ abbastanza.

Il termine “piacere” include una varietà di significati difficilmente analizzabili e comunicabili. Dunque, che cosa intende ciascuna di loro? Vogliono dire entrambe la stessa cosa? Oppure ciascuna di loro ha in mente o ha provato qualcosa di diverso?

Immaginiamo il seguito della conversazione: “Perché ti è piaciuto meno del precedente?”. La risposta potrebbe a questo punto fare riferimento ad emozioni altrettanto indefinibili: non mi ha coinvolto come l’altro, la trama era meno interessante, non ho provato empatia per il/la protagonista.

Ancora termini emotivi: “coinvolgimento”, “interesse”, “empatia”. Cosa conosciamo degli stati soggettivi, ossia cosa prova veramente una persona che usa termini di questo tipo in riferimento ad un romanzo? Il coinvolgimento che procura un thriller è della stessa natura di quello suscitato da una storia d’amore o da un romanzo storico?

MI È PIACIUTO TANTO, HO PIANTO TANTO

Conosciamo tutti la famosa battuta “Mi è tanto piaciuto, ho pianto tanto”. Qui addirittura gli stati emotivi (e le loro manifestazioni, come il pianto o la commozione) sono contraddittori. Come si può provare piacere piangendo o piangere mentre si prova piacere? Siamo in presenza di uno degli effetti più peculiari della letteratura: rendere possibile ciò che nella vita reale non lo è. Cercheremo di capire insieme a voi come questo fenomeno sia reso possibile dal fatto che durante la lettura la nostra mente è impegnata in situazioni simboliche, libere dalla gravità della realtà sensibile.

TRE ‘PIACERI’… TANTO PER COMINCIARE

Iniziamo a delineare le emozioni della lettura individuando tre famiglie o funzioni psicologiche del piacere. Si tratta senza dubbio di una schematizzazione, a partire dalla quale vorremmo però attivare una riflessione più approfondita, confrontandoci con voi e con le vostre esperienze di lettrici e lettori.

1_EVASIONE DALLA VITA REALE

Il piacere di provare emozioni attraverso l’evasione, lasciarsi andare ad una realtà fittizia pur sapendo che è tale, perdersi in mondi inventati (fantastici o verosimili), concedersi, insomma, un viaggio nel regno dell’immaginazione e una pausa dalla vita di tutti i giorni. Ne sono esempi i romanzi di genere, dal poliziesco alla spy-story, dal giallo all’horror, dall’avventura alla fantascienza, al fantasy.

2_CONOSCENZA E COMPRENSIONE DELLA REALTÀ

Il piacere di aumentare la conoscenza e pervenire a una più profonda comprensione della realtà e del mondo che ci circonda. È il caso di romanzi che sviluppano trama e personaggi (realmente esistiti o completamente inventati) all’interno di un preciso contesto storico. La narrazione letteraria ci porta a conoscere mondi a noi lontani dal punto di vista geografico (nazioni, città, paesaggi di cui non abbiamo avuto esperienza diretta), sociale/culturale (questioni della nostra contemporaneità, usi e costumi di altri popoli, condizioni di vita di diversi strati sociali, sistemi di valori culturali e religiosi a noi estranei), temporale (personaggi, vicende e grandi accadimenti della Storia). Qui, a farla da padrone, è naturamente il romanzo storico.

3_CONCEZIONE DI NOI STESSI E DEGLI ALTRI

Il piacere di provare conferma o mettere in discussione la propria concezione di sé e degli altri. Attraverso la narrazione delle vicende di un personaggio veniamo in contatto con una parte intima di noi stessi, scorgiamo tratti e atteggiamenti di persone che conosciamo, troviamo riflessi dei meccanismi che guidano le nostre stesse relazioni interpersonali. 

È chiaro che questa classificazione delle tre famiglie di piacere provate nella lettura è riduttiva, una semplificazione che serve a cominciare un discorso che andrà approfondito. E che richiede di tenere a mente un paio di precisazioni:
 
  • che molto spesso un romanzo, anche se la categoria in cui si inscrive è riconoscibile, attinge anche alle altre.
  • che c’è poi un piacere che non potevamo aggiungere alla lista in quanto si tratta di un piacere trasversale e, possiamo dirlo, imprescindibile. Riguarda lo stile, la forma, il lessico, la musicalità, la struttura del racconto e la costruzione della trama. È il piacere che deriva dagli infiniti modi in cui viene usata la lingua italiana da chi la sa usare davvero bene.

A voi, se avrete voglia di accompagnarci in questo viaggio nelle emozioni della lettura, chiediamo di inviarci pareri, opinioni e consigli (scriveteci a redazione@qdicopertina.it, oggetto: Leggi… per piacere), e di condividere le vostre esperienze di lettori sui nostri profili social (#leggiperpiacere).

Raccontateci cosa avete provato leggendo un tal romanzo, cosa vi è piaciuto di tal altro. Se il bestseller che avete appena letto vi ha distratto per un poco dalla vita di tutti i giorni, se il classico che tanto amate vi ha fatto viaggiare in mondi lontani, oppure se quel libro sconosciuto o dimenticato, trovato per caso in un mercatino dell’usato, vi ha fatto capire qualcosa di più di voi stessi, del vostro amico, di vostra sorella, della vicina di casa, del sindaco del paese, del pediatra o del vostro amante.

Raccoglieremo i vostri suggerimenti per mettere insieme, ce lo auguriamo, un catalogo ‘ideale’ delle emozioni della lettura!