Martin Santomé, il protagonista di questo classico della letteratura sudamericana, si presenta senza ricercatezze o affettazioni: mi viene incontro un uomo ordinario, comune, e mi fa subito capire che racconterà una storia ordinaria. Ha quarantanove anni e gli mancano solo sei mesi alla pensione (bei tempi?). Siamo a Montevideo, Uruguay, alla fine degli anni Cinquanta.
Sono almeno cinque anni che calcolo quotidianamente quanto mi resta da lavorare. Ho davvero così bisogno di non fare niente?
di Giuliano Gallini
Martin inizia il suo diario l’11 febbraio e lo chiude il 23 settembre. Poi ci saranno un’altra manciata di giorni dopo una sospensione di sei mesi. Abito la sua casa, conosco i figli, i colleghi di ufficio. Soprattutto Laura Avellaneda, una giovane donna con cui Martin lavora quotidianamente a noiose verifiche contabili.
Non è una bellezza. Bè, il sorriso però non è niente male.
È la storia di un’improvvisa ripresa, di una nuova e insperata felicità che accoglie un uomo che era caduto dentro una triste pochezza, nel lavoro, nella famiglia, con gli amici. Le sue giornate sono comunque piene di impegni, che egli assolve diligentemente ma senza alcun entusiasmo. Conosce il futuro genero:
…mi ha detto che lavora in un ufficio, ma solo per il momento. Non posso abituarmi, mi ha detto, all’idea di vedermi sempre chiuso là dentro, a respirare l’odore di vecchio sopra ai registri. Sono certo che sarò e che farò altro, non so se meglio o peggio di quel che faccio adesso, ma comunque qualcosa di diverso. C’è stato un tempo in cui anch’io la pensavo così. Eppure, eppure… lui mi sembra più deciso di me.
La nuova insperata felicità sarà, come dice il titolo, una tregua. E qui il romanzo di Mario Benedetti riesce a portare una storia della quotidianità a un livello simbolico e universale. La tregua è un momento dell’avventura umana, va compresa in questo modo, senza illusioni ma anche senza defezioni; è una parentesi tra le vittorie e le sconfitte, tra la comprensione e l’incomprensione, tra il dolore e il piacere. È una sospensione tra la vita e la morte.
Un’intera giornata per noi, da mattina a sera. Ero ansioso di controllare, di assicurarmi che tutto fosse a posto. Venerdì è stata una esperienza unica ma torrenziale. Tutto è successo così rapidamente, con tale naturalezza, così felicemente, che non ho avuto il tempo di prendere neppure una annotazione mentale. Quando si è nel cuore stesso della vita, è impossibile riflettere. E io voglio riflettere, valutare il più esattamente possibile questa strana cosa che mi sta accadendo, riconoscere i miei stessi segnali.
Ci sono personaggi straordinari, protagonisti di storie straordinarie (i supereroi?), personaggi straordinari intrappolati in storie ordinarie (Napoleone che si innamora della sua cameriera), personaggi comuni che vivono storie straordinarie (nei gialli, nei noir, negli horror…). L’autore ci propone con La tregua un personaggio comune che vive una storia ordinaria.
L’attesa per la pensione, la noia, l’innamoramento. All’inizio non sapevo cosa pensare di Martin (è simpatico? C’è qualcosa di me in lui? Io al lavoro ho questi stessi sentimenti? Chi è la mia Avellaneda?) poi mi sono lasciato andare al suo cortese, disteso diario. Al tema della noia e del tempo. Al vento che si infila nelle strade. A scoramenti e conforti. A una scrittura poetica essenziale. E Martin Santomé è diventato una compagnia necessaria.
Così sono le opere letterarie compiute, senza aloni, errori, inverosimiglianze: le opere classiche. Mario Benedetti ha scritto una grande parabola sul destino, non solo una storia umana e vera. Trama semplice e chiara, personaggi concreti, temi ben individuati. Scrittura accurata, distesa, lirica. Grande capacità di spostare una vicenda ordinaria e quotidiana nell’universale senza tempo.
Il finale? Ci dirà tutto, Martin. Proprio tutto. Ma qui posso solo riportare le ultime tre righe:
Con l’ufficio è finita. Da domani, e fino al giorno della mia morte, il tempo sarà ai miei ordini. Dopo tanta attesa, questo è l’ozio. E che ne farò?
Un libro per…
…chi cerca l’eternità della poesia nel suo quotidiano. Da non perdere.
La tregua, Mario Benedetti,
Nottetempo, 2014, 240 pp., € 15 (prima edizione, 1960)