QdiQuarantena Rubrica semiseria sugli effetti di un isolamento prolungato
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Ho saltato un giorno perché il Diario ha rifiutato di aprirsi. Dice che “scrivo cazzate”. Avrei potuto forzarlo, minacciarlo di dargli fuoco. Non ho voluto polemizzare, ho già abbastanza nemici in casa.
Comunque ieri mi sono messo a dieta. Il merito – o la colpa – è del Papa che parlava della resurrezione della carne. Io ovviamente non ci credo, ma non si sa mai. Ora, io sono disposto ad affrontare gli anni che mi restano così come sono, ma l’idea di risorgere con la pancia e portarmela per l’eternità mi pare intollerabile. Anche se sono cosciente che questa scelta provocherà malumori e risentimenti. Fin da subito le fette biscottate, che uso con parsimonia, hanno sibilato: “baciapile!”, col rischio per di più di inimicarmi il mio amico cavatappi, perché a dieta non si può bere. Ma ci sono cose più importanti!

Il gatto Momo mi spia. Dal giorno dell’outing su Jung non ci siamo più parlati, a parte qualche parola di cortesia alle ore dei pasti o qualche considerazione sul clima.
Avrei voluto chiedergli se nel suo giudizio su Freud influisce la passione del padre della psicanalisi per la cagnolina Jofi, ma ho lasciato perdere, ne parlerò se sarà lui a portare il discorso su lettini e sogni. Io credo che questo mio stare sempre in casa lo preoccupi e gli faccia pensare a qualcosa di losco.
Per questo mi sorveglia. Mi segue dovunque io vada, se sono in cucina viene in cucina, se vado sul divano arriva anche lui, ma non subito, come nei pedinamenti della polizia, che lasciano due o tre macchine in mezzo fra loro e il pedinato per non essere sgamati.
Lui fa passare un po’ di tempo e poi viene, sornione e indifferente, come se il raggiungermi lì fosse determinato dal destino, ineluttabile. Mi sono accorto che spesso quando dorme o finge di dormire mi guarda con una impercettibile fessura degli occhi. Lo affronto? Faccio finta di niente?
E soprattutto mi chiedo: mi sta sorvegliando solo per capire come comportarsi in questa situazione particolare, in questo tempo sospeso (come dicono tutti i giornalisti)? Oppure deve riferire a qualche Agenzia, tipo Servizi Segreti, CIA, Mossad…? Ho scelto per il momento di aspettare, tanto mi pare che ci sia ben poco di rilevante da segnalare.
Mentre sbucciavo una mela lo spelucchino mi ha tagliato. In tempi non sospetti avrei scritto “mi sono tagliato con lo spelucchino”, ma viviamo in tempi molto sospetti. Mi sono messo un cerotto (silenzioso), ho lavato il coltello e l’ho rimesso nel cassetto. Mi ha consolato l’atteggiamento degli altri coltelli: “È ancora piccolo”, ha detto il più autorevole, quello che era stato il più aggressivo con me. “Lo perdoni, gli parliamo noi”. Pace fatta?
C’è da fidarsi dei coltelli? Mi è venuto in mente il proverbio africano “il coltello non conosce il suo padrone”. NZ
Disegni di Nino Trainito
- 23° giorno, il frigo ha cominciato a parlarmi…
- 24° giorno, la formula della distanza
- 25° giorno, Momo gatto junghiano
- 26° giorno, sull’aggressività dei coltelli
- 28° giorno, viviamo in tempi sospetti
- 29° giorno, a raddrizzare quadri storti
- 30° giorno, sicofante acribia anodino sesquipedale!
- 31° giorno, si tratta di un complotto del gatto Momo
- 32° giorno, i liquori hanno litigato fra di loro
- (33°) e 34° giorno, ogni cosa torna al suo posto