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Le confidenze pericolose di Domenico Starnone

Scrittore, sceneggiatore e insegnante, Domenico Starnone (1943) è autore, fra gli altri, di "Ex cattedra" (2008), "Fuori registro" (1991) e "Solo se interrogato" (1995), da cui sono stati tratti i film "La scuola" di Daniele Lucchetti e "Auguri professore" di Riccardo Milani. Il suo "Denti" è stato trasposto per il cinema da Gabriele Salvatores. Con "Via Gemito" ha vinto il Premio Strega nel 2001. Ha collaborato con L'Unità, La Repubblica e Il Corriere della Sera. Ogni settimana esce la sua rubrica "Parole" sulle pagine di Internazionale.

«Facciamo che io ti racconto un mio segreto così orribile che nemmeno tra me e me ho mai provato a raccontarmelo, e tu però me ne devi confidare uno equivalente, qualcosa che se si sapesse ti distruggerebbe per sempre».

Una storia di amore si avvia alla conclusione, ma i segreti rivelati nei momenti di confidenza rimangono a delimitare lo spazio immobile di un duello ad armi puntate. Dopo Lacci e Scherzetto, con Confidenza Domenico Starnone conclude una trilogia ideale, giocando ancora una volta sul cambio dei punti di vista.

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La scrittura trasparente e classica di Domenico Starnone ci abbraccia e ci fa entrare facilmente in questo memoriale di circa cento pagine in cui a ‘parlare’ è Pietro Vella, un professore che racconta di sé e dei più importanti amori della sua vita: la moglie Nadia e un’ex alunna, Teresa. Non abbiamo alcun problema a seguire e a incuriosirci per il suo destino e a riconoscere i suoi sentimenti per Teresa, una storia di tre anni appena finita, ma che continua con la sua forza a condizionare la vita di Pietro e, indirettamente, anche quella di Nadia.

Che guaio, mi disse una volta un mio amico, innamorarsi di una donna che sotto tutti gli aspetti è più viva di noi. Il mio amico aveva ragione: sebbene io non fossi smorto, in Teresa c’era forza vitale in eccesso e quando traboccava nessun argine la poteva trattenere. […] Con Nadia non voglio tirarla troppo per le lunghe: era schiva, molto contenuta persino quando diceva buongiorno, gentilissima, il contrario di Teresa.

Pietro Vella ci racconta che grazie all’aiuto di un noto pedagogista e di una editor intraprendente ha potuto scrivere dei saggi sulla scuola e sul lavoro dell’educatore, libri che hanno avuto molto successo e che gli hanno dato notorietà. Lui, di sé, quasi a ogni pagina dà una rappresentazione di persona modesta e onesta.

Non avevo mai avuto particolari ambizioni, mi bastava il mio lavoro di insegnante e una vita piena di letture, di attenzione agli altri, di affetti

La sua carriera extrascolastica è vivacissima, tanto da mettere in difficoltà il proprio matrimonio con Nadia, che oltre a sentirsi trascurata e troppo impegnata nella cura della famiglia è anche frustrata per una carriera come docente di matematica all’università che finisce ancora prima di partire. Negli anni Nadia è cambiata, ha perso la sua naturale gentilezza e amabilità diventando una donna scontrosa e amareggiata dai fallimenti.

Teresa, intanto, continua a farsi viva, nella realtà e nelle fantasie di Pietro, anche perché è legata a lui – e lui a lei – da un gioco molto pericoloso: prima di lasciarsi si sono confidati reciprocamente un segreto di cui si vergognano. Una confidenza (non a caso il titolo del romanzo) che potranno usare uno contro l’altra come arma di ricatto.

C’è qualcosa che non va, però. In alcuni momenti il lettore tende a non credere a tutto quello che Pietro Vella dice di sé. Il mite, l’onesto; impaurito da Teresa, che potrebbe rivelare il segreto che si sono confidati. Il fortunato, l’uomo che tutti gli uomini vorrebbero come amico e tutte le donne come amante, e non certo per la sua carica erotica quanto piuttosto per quella affettiva. Un intellettuale che nonostante la sua modestia è arrivato ad essere accolto e stimato nel mondo accademico in cui si è perfettamente inserito. Pare tanto convincente, Pietro Vella, sembra tutto così vero! Eppure…

Quando ormai Pietro Vella ha ottanta anni, e viene proposto per una onorificenza del Presidente della Repubblica il romanzo cambia punto di vista e ci dice qualche cosa di molto diverso che non è il caso di anticipare. Si può però dire che la grande abilità di Domenico Starnone è di sorprendere il lettore anche quando gli svela una cosa che già sapeva. Portare il lettore a una conclusione necessaria, fargli esclamare: Ma sì, è chiaro, ero lì lì per capirlo, tutto portava a questo compimento! È un’arte difficile e quando la incontri così perfettamente orchestrata non puoi che godere in pieno della sua meraviglia e dare il massimo dei voti a ciò che hai letto.

Infine, Confidenza è forse anche una parodia delle troppe, fastidiose e modeste opere autobiografiche, o sulla vita dei propri genitori o della propria famiglia e così via; opere insomma centrate sul proprio ombelico, che si pubblicano ultimamente. Starnone ci ha voluto dire: basta, fermatevi, questa è l’autobiografia definitiva.

È un libro per...

… lettori raffinati che non temono di apprendere qualcosa su se stessi.

CONFIDENZA di Domenico Starnone, Einaudi, 2019, pp. 140

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